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Parque Nacional de Garajonay

Lo scopo della visita al Parco era quello di conoscere la sua organizzazione, con particolare riguardo ai manufatti di pietra a secco e alle attività di natura educativa  che si svolgono  per la sua conservazione .

Il parco tutela un lembo molto ben conservato di laurisilva, la foresta umida subtropicale che nel Cenozoico copriva quasi tutta l’Europa. Le foreste sono composte di lauraceae sempreverdi che raggiungono anche i 40 metri di altezza tra cui il lauro delle Azzorre (Laurus azorica), noto con il nome portoghese louro, loureiro, louro-da-terra e louro-de-cheiro. 

Attualmente, il Parco di Garajonay estende la la sua gestione sugli spazi protetti che, durante 25 anni, ha contribuito a conservare e a recuperare le zone degradate del bosco, migliorando la struttura per i visitatori e assicurare alle future generazioni la specificità della sua biodiversità. Dal punto di vista morfologico, l’isola di La Gomera presenta una tipologia a forma di scudo, più precisamente come se fosse uno spremiagrumi. Questo modello di isola ci offre una grande varietà di contrasti, altezze e profondità, che vanno dalle zone alte dell’isola alla sua costa scoscesa.

Questa realtà ha condizionato i suoi abitanti, a tal punto che, per l’assenza di un’adeguata area di coltivazione, hanno dovuto con ingegno, abilità e fatica, sollevare verticalmente detta superficie e salvare così le condizioni del territorio insulare. Per questo motivo, la piccola isola di La Gomera presenta nel suo paesaggio naturale la straordinaria presenza di costruzioni di petra a secco.  Laddove sorge un casale, vedremo associata una superficie terrazzata. Le terrazze sono parte integrante del paesaggio gomeriano e dell’idiosincrasia dei suoi abitanti. Un’isola divisa tra sassi e spigoli che permetteva la sopravvivenza in queste minime aree sfruttabili.

Questo paesaggio pietroso ci offre una cultura unica della pietra immateriale nella stragrande maggioranza delle volte. Un sapere e una competenza evidenti nella permanenza per decenni di queste strutture costruite con pietra a secco. Le piogge e gli smottamenti sono stati i principali nemici di questo paesaggio, nonostante oggi la più grande minaccia sia l’abbandono e la scarsa produttività di queste superfici.

L’attività conoscitiva si è svolta attraverso una intervista al Direttore del Parco, Angel Fernández López che la presentato la struttura logistica: 17 dipendenti provvedono alla manutenzione e numerose guide sovraintendono al centro visitatori per lo svolgimento dei numerosi percorsi naturalisti che abbiamo percorso in parte.  

Inoltre, il Parco è inserito nella rete locale AIDER di Vallerhermoso che raccoglie enti vari per lo svoluppo agricolo e turistico dell’isola.

Il direttore del Parco ha predisposto una serie di escursioni a Raso de la Bruma, accompagnati da Amparo J. Herrera Rodríguez, Técnico Especialista en Actividades  Medioambientales, responsabile del Centro de Visitantes Juego Bolas La Palmita s/n – 38830 Agulo, attraverso alcuni sentieri manufatti  di diversi natura.

Durante le varie escursioni, sono state presentate le attività specifiche del Parco volte alla salvaguardia e al degrado dei manufatti che, a causa dell’abbandono delle attività agricole e pastorali, si è notevolmente accentuato.

Nell’isola, anche in seguito alla dichiarazione della tecnica di costruzione della pietra a secco, si sono moltiplicate le iniziative volte al restauro di tali manufatti, anche su impulso della iniziativa pubblica del CONSORZIO AIDER che, unificando gli sforzi di enti ed associazioni pubbliche e private, hanno consentito tale restauro.

L’iniziativa più significativa per il mantenimento degli equilibri naturali è stata il ripristino della rete di sentieri. Tale proposta, presentata anche al V Congresso Nazionale dell’Ecoturismo (Minorca, Isole Baleari, 19-21 ottobre 2021) ha lo scopo di favorire la conservazione della biodiversità, recuperare e rendere accessibile ai visitatori il patrimonio etnografico esistente nelle aree rurali, aumentare il numero di visitatori interessati alla cultura delle città e creare una nuova offerta turistica sostenibile competitiva sviluppata dalle aziende locali. Il direttore afferma che un “Un parco nazionale collegato all’ambiente circostante o alla periferia consente una migliore distribuzione del flusso di visitatori verso i borghi abitati, che contribuisce a migliorare l’esperienza della visita e riduce la pressione sulle risorse protette.

Di questa rete di sentieri, con l’aiuto di guide del parco, siamo stati osservatori nel sentiero di Raso de la Bruma: attraverso una puntuale segnaletica, ricca di informazioni sia lungo il percorso che nel Centro de Visitantes Juego Bolas, è possibile acquisire una conoscenza approfondita e puntuale degli straordinari aspetti del Parco.

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